giovedì 8 agosto 2013

Sale e sabbia

Dalla finestra, vedo la strada, che lunga segue i lampioni che luccicano negli occhi di una notte veloce. Le case, con le sue finestre spente, la gente altrove, mentre gli occhi osservano il mutare del mondo, un posto che solo adesso cambia drasticamente, mentre qui dentro rimane stantio, come se il mio animo stesso, volesse rimanere tale, privo di armonia, senza fiducia verso l'esterno, ricoperto di roccia crepata da molte vite ormai passate. Gli occhi guardano il mondo a stento, le orecchie ascoltano il via vai di mezzi che trasportano altri altrove, da qui gli occhi, possono vedere solo ciò che è fermo, perché vogliono, hanno la necessità di non guardare gli altri simili, poiché rischierebbero di creare piccole perle di sale e sabbia. Crudo è il mondo dove viviamo, crudele è il modo in cui ci trattiamo, sentiamo la mancanza di molta vita, vuoti che ci distruggono lo stomaco, che come caverne chiuse, preferiamo rimangano così, inaccessibili a tutto il mondo, solo con noi, dentro, a riflettere su ciò che manca e spinti dall'istinto di aver fiducia, ci blocchiamo in un universo astratto e solo, un posto dove siamo sicuri, che nulla può farci male, a parte noi stessi.




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